
Infodrama
In scena la ragione (info) e il teatro (drama)
UN PERCORSO DI CONSAPEVOLEZZA FRA PSICOLOGIA E TEATRO
Non si può spiegare tutto col teatro, ma non si può neppure sempre spiegare e ba- sta, soprattutto se quello di cui si vuole par- lare tocca l’animo umano. Allora ci siamo chiesti come fare, ci siamo chiesti a cosa serve il teatro e ci siamo risposti che non serve a niente in effetti. Il suo essere non necessario gli permette di diventare uno strumento privilegiato per porre delle do-mande agli spettatori e agli artisti, stimoli per crescere e conoscerci meglio. Abbiamo trovato nelle parole di William Shakespea- re tutte le risposte, avvolte nella poesia che lo contraddistingue e che lo rende così attuale e universale.
L’infodrama è dunque una nuova forma di spettacolo, creata da noi di AttivaMente in cui usiamo poesia e ragione per parlare dell’animo umano, perché la poesia arriva al cuore, i discorsi al cervello e se si parla a entrambi nello stesso momento si raggiunge il più alto livello di consapevolezza ed empatia.
In scena la ragione (info) e il teatro (drama) per guidare lo spettatore attraverso i tortuosi per-corsi della mente umana e i suoi risvolti.
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Macbeth. Di furia, rumore e di nulla
Un infodrama su Macbeth e i falsi bisogni dell’uomo contemporaneo. Da un lato c’è Macbeth, generale vittorioso che non si accontenta dei successi ottenuti e si lascia dominare dal cieco desiderio di gloria. Dall’altro c’è l’uomo contemporaneo, secoli dopo, alle prese con la stessa domanda: “sto realizzando i miei sogni oppure ho adeguato la mia vita a dei falsi bisogni che la società crea in ciascuno di noi?”.
In scena, fra psicologia e teatro, un percorso di consapevolezza che tenta di avvicinarci ai nostri bisogni reali e a tutto ciò che ci rende davvero felici.
Di | Jacopo Boschini, Massimo Gnocchi e Stefano Panzeri
Con | Jacopo Boschini e Stefano Panzeri
Scene | Giulia Breno e Paolo Di Benedetto
Consulenza scientifica | Valerie Moretti
Durata | 70 minuti
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Io non sono quel che sono
Io non sono quel che sono è un infodrama su Otello e la complessità umana, una riflessione a due voci in cui ragionamento e teatro si intrecciano indissolubilmente.
C’è una storia da indagare, da esplorare, da ricostruire. Una storia che parla di noi, noi uomini e donne fatti da un impasto di carne, pensieri, emozioni, sentimenti.
La storia è quella di Otello, di sua moglie Desdemona e dell’amico fidato Iago. E di tutti i personaggi che si muovono attorno a loro. Ed è una storia in cui ci sono molte domande a cui è difficile dare una risposta.
Come mai Otello piange e si dispera nel dichiarare tutto il suo amore per Desdemona proprio un attimo prima di soffocarla? Quali sono i bisogni che spingono Iago a distruggere la vita di chi gli è vicino? Perché Desdemona non riconosce la minaccia che incombe su di lei e non fugge da Otello?
Comprendere le ragioni dei personaggi che agiscono in Otello significa provare a comprendere noi stessi. Significa guardarsi allo specchio ed iniziare a riportare al centro il valore che hanno le nostre emozioni, le nostre pulsioni, i nostri bisogni più intimi, nelle azioni e nelle scelte della vita di tutti i giorni. Significa provare a raggiungere l’inafferrabile, ovvero la complessità del mondo interiore di ognuno di noi.
Perché la necessità di una nuova forma di narrazione?
Perché siamo sempre più disorientati, persi in una costante sollecitazione narrativa e mediatica che ci fa vivere in un perenne stato di slittamento emotivo.
Perché le storie riescono a spiegare il mondo, ma non bastano più a spiegare sé stessi.
Perché tra le parole dei grandi drammaturghi vi sono preziosi consigli di saggezza che parlano di noi.
Io non sono quel che sono ha vinto il Bando di concorso #faigirarelacultura 2015 ed è stato selezionato per il Festival dell’Arena di Roma 2015. E’ stato selezionato inoltre per XI edizione del Festival Shakespeare in Town di Savona.
Di | Jacopo Boschini, Massimo Gnocchi e Stefano Panzeri
con | Jacopo Boschini, Stefano Panzeri
Consulenza scientifica | Valerie Moretti
Proiezioni e illustrazioni | Piero Borgia
Scenografia | Vittoria Terruzzi
